Ivanhoe ossia Il ritorno del Crociato by Walter Scott

Ivanhoe ossia Il ritorno del Crociato by Walter Scott

autore:Walter Scott
La lingua: ita
Format: mobi, azw3
editore: none
pubblicato: 2013-11-01T23:00:00+00:00


XXV

Uno scarabocchio simile non l'ho mai visto

In vita mia!

O. Goldsmith, Ella si umilia per vincere

Quando il Templare giunse nella sala del castello, trovò De Bracy che l'aveva preceduto. «Il vostro incontro amoroso», disse De Bracy, «deve essere stato disturbato come il mio, da questo chiassoso richiamo. Ma voi siete arrivato più tardi e con maggior riluttanza; ne desumo quindi che il vostro colloquio sia stato più piacevole del mio».

«La vostra corte all'ereditiera sassone non ha avuto successo?», domandò il Templare.

«Per le ossa di san Thomas Becket», rispose De Bracy, «Lady Rowena deve aver sentito dire che non sopporto la vista di una donna in lacrime».

«Via!», disse il Templare, «voi, il capo di una Libera Compagnia, fate caso alle lacrime di una donna! Poche gocce spruzzate sulla torcia dell'amore ne ravvivano la fiamma».

«Alla grazia delle poche gocce!», esclamò De Bracy; «questa damigella ha pianto tanto da spegnere un faro. Non si sono mai viste mani torcersi a quel modo né occhi versare tante lacrime dal tempo di santa Niobe di cui ci ha parlato il priore Aymer. Un demone acquatico si è impossessato della bella sassone».

«Una legione di demoni è penetrata nel cuore dell'ebrea», rispose il Templare, «perché non credo che uno solo, fosse pure Satana, avrebbe potuto ispirarle un orgoglio e una decisione così indomabili. Ma dov'è Front-de-Boeuf? Quel corno suona sempre più forte».

«Sta negoziando con l'ebreo, penso», rispose freddamente De Bracy; «probabilmente le urla di Isaac hanno soffocato il rumore del corno. Forse sapete per esperienza che un ebreo separato dal suo tesoro alle condizioni che il nostro amico Front-de-Boeuf gli sta offrendo, solleverà uno strepito sufficiente a sopraffare venti corni e altrettante trombe per giunta. Mandiamo i servi a chiamarlo».

Poco dopo furono raggiunti da Front-de-Boeuf, il quale era stato disturbato nell'esercizio della sua tirannica crudeltà nel modo che i lettori già conoscono e aveva tardato solo per dare alcune istruzioni necessarie.

«Vediamo la causa di questo maledetto fracasso», disse Front-de-Boeuf, «ecco qua una lettera e, se non sbaglio, è in sassone».

La guardò girandola e rigirandola come se davvero sperasse di coglierne il significato mutando la posizione del foglio, e poi la passò a De Bracy.

«Per quello che ne capisco io, potrebbero essere formule magiche», disse De Bracy che aveva la sua buona parte dell'ignoranza che caratterizzava la cavalleria dell'epoca. «Il cappellano ha cercato di insegnarmi a scrivere», aggiunse, «ma tutte le mie lettere erano come punte di lancia e lame di spada e così il vecchio ci ha rinunciato».

«Date a me», disse il Templare. «Noi abbiamo questo in comune con i preti: una certa cultura che mette in risalto il nostro valore».

«Approfittiamo allora della vostra reverendissima cultura», disse De Bracy; «che cosa dice la missiva?».

«È una formale lettera di sfida», rispose il Templare; «ma, per la nostra Signora di Betlemme, se non è uno scherzo sciocco, è il più straordinario cartello di sfida che mai abbia attraversato il ponte levatoio di un castello baronale».

«Uno scherzo!», esclamò Front-de-Boeuf, «vorrei proprio sapere chi osa scherzare con me in queste faccende! Leggete, Sir Brian».



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